3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Dei contemporanei, di volta in volta, confronto la concretezza dei loro contenuti e ad essi mi attengo; ho amato il "Cuore” di De Amicis per il valore pedagogico divulgativo.
4. Perché è nata la sua opera?
Poiché credibile ed imitabile, vorrei divenisse una testimonianza per la gioventù moderna per invitarla a non cedere alle avversità perché i sogni più ambiti si realizzano passando "per aspra".
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Tutto il vissuto risente del contesto sociale. Il mio ,per la sua natura, è giovato da stimolo.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me scrivere è ricordare la realtà e raccontarla obbiettivamente.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto quanto ho scritto si rifà alla mia vocazione e agli sforzi impiegati per realizzarla e, soddisfatto, ho concluso con un elogio alla ferrea volontà.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Mia moglie come prima correttrice della bozza e pedante filologa.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
All'editore Pacelli per chiedergli un apprezzamento letterario.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
A mio avviso l'e-book è più funzionale alla lettura che alla scrittura trattandosi di una simbiosi tra due capacità intellettive ma il maggior beneficio lo trarrà l'editoria sotto l'aspetto commerciale.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro giova alla divulgazione concettuale perché meno impegnativo della lettura e alla portata di tutti ma la sua maggiore utilità la esprime sotto il profilo culturale pedagogico perché, annullando la barriera della cecità, aiuta questa categoria ad inserirsi ad un livello più pregiato del tessuto sociale. Come istitutore dei privi di vista dell'istituto Sant'Alessio di Roma ne avevo preconizzato la necessità.